venerdì 26 ottobre 2012

Quinto appuntamento del sabato del Grillo (economia)

Il Movimento 5 stelle ha un’organica visione del settore economico che si basa su vari settori che vi andremo a toccare sotto.

Trasparenza. La trasparenza ritengo che per il Movimento dia il meglio di se. Si inizia subito con un tema forte l’abolizione delle scatole cinesi in Borsa. E’ questa una misura auspicabile in quanto spesso la struttura societaria è spesso prevista complessa non per motivi societari, ma per motivi meno nobili.

Anche l’abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazioni in società quotate è un misura rispettabile in quanto spesso si hanno amministratori di società che hanno cariche in troppe società per riuscire a svolgere in modo adeguato il loro compito e in qualche caso si può arrivare allo scambio di cariche tra società in modo da rendere poco trasparente gli interessi in gioco.

Nel sistema italiano c’è comunque però un’altra pratica che andrebbe vietata e che prontamente il Movimento vuole vietare: gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale. Spesso tale pratica ha dato adito a confondere i ruoli tanto da trasformare delle banche non solo in finanziatori dell’azienda, ma anche proprietari. Viceversa a volte il sistema industriale era proprietario delle banche non essendone più cliente, ma anche proprietario. Tali intrecci creano in caso di problemi veramente dei disastri.

Legalità. Class action è la prima misura legata a tale area e questo per dare più potere al consumatore che spesso è sguarnito di tutela soprattutto con le società multinazionali. Meritevole se tale manovra non è quella che è già stata introdotta in Italia lontanissima però dal modello americano.

Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite. Tale misura è dovuta all’esperienza passata che ha visto casi come Parmalat, Ligresti ove è stato appurato che gli istituti sapevano della situazione, ma spesso hanno dato clienti comunque i titoli sottacendo la situazione.

Misura di buon senso impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati. Questo per evitare che si possa perpetrare il sistema che ha dato adito a reati. Questa misura mi sembra però morbida perché se viene prevista per la società che si è resa responsabile di reati ed essendo che gli amministratori agiscono per la società forse si dovrebbe bloccare in toto almeno per un periodo di tempo congruo qualsiasi incarico come amministratore in qualsiasi società.

Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa. Troppo debole tale misura in quanto i prevedere che in caso di condanna definitiva si dovrebbe vietare la nomina in qualsiasi società.

Precarietà. La riforma Biagi è da abolire per il movimento sebbene la stessa abbia avuto il pregio di dare una certa flessibilità del mercato del lavoro. Non condivido l’abolizione della riforma Biagi senza avere idee su come dare flessibilità a tale mercato.

Sussidio di disoccupazione garantito. La previsione di un sussidio di disoccupazione a mio avviso va ben inteso in quanto può dare adito a storture e abusi. Il welfare a mio avviso deve esser riformato e posso esser previste strumenti nuovi come sussidio di disoccupazione garantito, reddito di cittadinanza, ma all’interno di una revisione totale del mondo del welfare.

Proprietà e contendibilità delle società. Introdurre strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti può esser una nobile azione, ma dipende da come si vuole implementare. Spesso i piccoli azionisti non riescono ad avere voce e una battaglia delle deleghe e spesso difficile è vana. Sòlo sopra i 10% nelle società quotate e 20% in quelle non quotate ci può esser un reale potere. La vedo di difficile implementazione.

Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società. Telecom Italia è stato il caso principe in tale settore con una società che poi ha visto il debito dell’acquisto di Telecom Italia con i dividendi della stessa. Meritevole per evitare l’espansione del debito e dell’acquisto da società che a volte non riescono a valorizzare la società acquistata.

Politica industriale. Si vuole impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno e questo può esser un bene in quanto non si da adito a far diventare un mercato con produzioni anche vitali all’estero. Mi sembra però una mossa difficile da attuare e protezionistica.

Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato. Molti di questi monopoli se non tutti sono caduti o non sono mai esistiti. Andrebbe incentivata la concorrenza che si può fare con una maggiore regolamentazione delle reti su cui passano i vari servizi.

Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei è vitale in quanto solo facendo tale azione si può ridare competitività alle nostre aziende.

Favorire le produzioni locali può esser una mossa sicuramente interessante anche in visione anche ambientale e favorire il Km zero può esser un fattore vincente.

Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia) può esser utile in modo da far rientrare le esternalità negative sull’azienda che l’ha generata e ovviamente in tal senso si potrebbe prevedere, ma non lo si fa, premi per chi ha esternalità positive se non per le aziende non profit. E’ di difficile applicazione se non si prende tutto il mercato o non si faccia verso le aziende con danno sociale, ambientale o simili veramente gravi.

Debito pubblico e aziende dello stato. Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato. Se per le aziende partecipate dalla stato può esser possibile ritengo che volerlo introdurre anche per le aziende private è controproducente. Un’azienda privata deve potersi assumere la persona più adeguata pagandola anche molto bene e dandole stock option. Non credo sia giusto vietare all’azienda quotata questa facoltà se essa non a richiesto aiuti di stato o abbia acceduto a contributi statali.

Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari. Ottima questa azione, ma riuscirà a superare la lobby dei dipendenti pubblici e delle varie caste.

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