lunedì 11 febbraio 2013

Cultura, spettacolo, cinema secondo il PD

Il PD vuole tornare a mettere al centro la cultura, lo spettacolo, i beni culturali non solo a parole ma prevedendo finanziamenti. Non solo attraverso incentivi fiscali ma proprio con risorse pubbliche per investimenti diretti.

I beni culturali. I beni culturali hanno bisogno di risorse per poter procedere alla loro manutenzione e per questo serve prevedere stanziamenti sopra i 2 miliardi di euro e attraverso il Mibac, il quale deve snellirsi, alle strutture periferiche professionalità anche nuove che possano procedere a tale opera di valorizzazione. Delle professionalità che devono esser rivalutate e meglio formate evitando la polverizzazione in professionalità non richieste.

Le risorse sopra richiamate deve poter esser gestite in autonomia guardando con favore l'intervento privato nel finanziamento. Anche le regioni devono fare la loro parte se hanno risorse da poter investire e nel caso non intervengano deve poter esser previsto potere sostitutivo. Lo stato deve aver in mano la programmazione del settore e deve decidere cosa è di interesse nazionale.

Va inoltre previsto che il professionista che lavora nei siti archeologici possa diffondere le sue scoperte avendo il diritto d'autore sulle sue ricerche anche quando come sempre la ricerca a finanziata dalle sopraintendenze.

Le biblioteche come anche gli istituti culturali privati vivono momenti di sofferenza e bisogna dare risorse in quanto il loro ruolo è prezioso. Per quanto riguarda gli istituti culturali all'estero essi hanno una funzione importante di promozione della cultura italiana all'estero e vanno rivisti e valorizzati.

Lo spettacolo. Lo spettacolo deve esser valorizzato con una normativa stabile anche per preservare nel nostro paese la produzione. Si deve oltre alle risorse pubbliche incentivare fiscalmente l'investimento privato. Si deve aiutare l'espansione del mercato attraverso la formazioni di nuovi pubblici e di fruitori consapevoli.

Va resa obbligatoria la programmazione sui network delle opere dello spettacolo e attraverso intercessione verso l'Europa per favorire anche l'utilizzo legale dei supporti (CD, DVD) prevedendo un'IVA agevolata al 10%. Non vedo bene in tal senso la previsione di tassazione agevolata per dei supporti che oramai non hanno più futuro.

Bisogna prevedere prevedere altre risorse per il settore dello spettacolo se si vuole cancellare il FUS e dare attuazione all'articolo 119 Costituzione che prevede nel settore del spettacolo che spalma le responsabilità non solo nello stato ma anche negli enti locali.

Le industrie culturali e creative. Le industrie creative producono il doppio dell'industria automobilistica e andrebbero sostenute senza relegare a ruolo ancillare del turismo. Bisogna guardare al futuro e non sempre al passato in tale settore.

Cinema e audiovisivo. In tal settore si vuole procedere con interventi fiscali e con il fondo FUS o altre risorse per poter sostenere i produttori indipendenti e poter così non appiattire la produzione. Si deve poi favorire la formazione di una filiera multi-piattaforma ed evitare le concentrazioni che spesso bloccano i produttori indipendenti. Si deve poi rendere competitivo il cinema in modo che possa assumere in loco per evitare la delocalizzazione.

Non condivido il finanziamento col FUS di un attività economica che dovrebbe sostenersi da solo visto che ci sono molto sistemi per raggiungere il proprio pubblico. Inoltre a volte si è dato finanziamento a artisti di scarsa qualità con prodotti che non hanno colpito che la ristretta cerchia di chi c'è vicino allo stesso.

Si deve prevedere obblighi per la diffusione di opere europee e italiane prevedendo la tracciatura delle fiction.

Il diritto d'autore va protetto con una tutela patrimoniale effettiva.

Le imprese culturali. Le imprese vanno messe in condizione di lavorare attraverso la previsione di strumenti di trasparenza per gli appalti sotto soglia. Va poi favorita l'integrazione, la cooperazione e l'internazionalizzazione delle imprese culturali.

Tutela dei lavoratori. La precarietà non fa piacere in nessun settore se non ben pagata. Ovviamente tra chi è famoso e prende molti quattrini anche in tale settore c'è chi lavora onestamente per una paga normale. Non è qui però che va affrontato il welfare in quanto si da idea di un privilegio. Il lavoro nello spettacolo va inserito nella normativa generale.

Conclusioni. Alcune mosse con condivisibile, altre anacronistiche (IVA ribassata per CD e DVD) e altre secondo me dannose come finanziare i produttori indipendenti. Per quest'ultima previsione inoltre è data dire che spesso ha portato ad abusi per prodotti di scarsa qualità. Si può cercare di creare pubblici per opere e generi poco seguiti.

Cultura, beni culturali, imprese creative e tutela dei lavoratori.

Mappa del programma

Nessun commento:

Posta un commento